Il Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista di Oristano
del tempo in quanto egli stesso sottolinea come “la barbarie dei secoli andati distrusse tutti i documenti che su tal propo- sito e su quell’epoca esistevano”. A tale lamento aggiungeva inoltre una speranza: “un tal Camedda, che fu a capo della società dei contadini, verso il 1600, copiò tutte le carte dell’ar- chivio della società, così un qualche giorno, almeno queste non possansi ritrovare, se irreversibilmente perdute sono le prime”. L’autore passa quindi alla narrazione della corsa e, senza dirci se la sua relazione si riferisce alla corsa della do- menica o a quella del martedì, afferma che “protagonista di questa festa è il Componidore”. La descrizione dell’abito, i cui “fermagli d’argento” rimanderebbero alla igura de su com- ponidori del gremio dei falegnami, non manca del riferimento alla “maschera di legno bellissima”. Secondo il racconto, “an- ticamente veniva eletto Componidore per l’anno successivo, quegli che nell’anno decorso, dato prova avesse di singolar maestria, nell’imbroccare con la spada, o la lancia la piccola stella d’argento”. Riferendo inoltre di un premio di L. 50 per chi avesse colto il bersaglio, informa che da tempo non vi erano più premi per i vincitori e che l’investitura negli ultimi tempi era rivolta a un “buon cavallerizzo, e da tanti anni l’è un domatore di cavalli”. L’Anonimo Ottocentesco ci riferisce che la sera della domenica e del martedì, al suono di un tamburo, i cavalieri che desiderano partecipare alla corsa si radunano presso la casa degli obrieri e da qui partono in corteo alla volta della Cattedrale. Dopo la cerimonia dell’incrocio delle spade tra il Componidore ed il “Sotto Componidore”, senza alludere all’andatura dei due cavalieri nello svolgimento di tale rituale, ha inizio la corsa alla stella con la spada dove “il Componido- re disteso quasi coricato sul proprio cavallo, e solo rialzandosi per ferir la stella, fa il suo colpo”; segue quindi la prova del Sotto Componidore. Dal racconto si evince che immediata- mente dopo queste due prove con la spada, i due contenden- ti si confrontano nella discesa alla stella con lo stocco e che, “inita essendo la tenzone fra i due capi, vien permesso agli altri cavalieri il cimento”. Le corse nella via della Cattedrale terminano “quando non si presentino più cavalieri per correre la stella, o che al Componidore piaccia inire”. In seguito su componidori, con il suo mazzo di pruninca percorre il percor- so a gran galoppo “sciogliendo e buttando quell’erbe sulla folla”. Terminate le corse alla stella, sempre con il tamburo in testa, i cavalieri, “vanno tutti insieme nel sobborgo a fare le corse a s’impressada ”, effettuando quindi le evoluzioni a pariglia. Al termine delle corse, “tutti nello stesso ordine van- no ad accompagnare il Componidore , e dagli obrieri vengono trattati lautamente”, infatti, come già riferito precedentemente 87
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