Il Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista di Oristano

corsa contro la quintana, un bersaglio mobile o parzialmente mobile, di svariata forma, spesso a forma di un animale o di un mostro, dotato di un braccio o di una sporgenza. Il ca- valiere doveva colpire il centro del bersaglio, diversamente, quest’ultimo ruotando velocemente su se stesso, con la sua sporgenza, rischiava di colpire, anche con violenza, lo stesso cavaliere. Tali prove di addestramento e di abilità dei cavalieri risultavano particolarmente importanti nel tempo delle crocia- te, nel momento e nei luoghi in cui i cavalieri erano impegnati nella difesa dei luoghi santi. Tali contesti militari e culturali si ripropongono nelle stesse prove di allenamento ed esercizio dei cavalieri come dimostrano le quintane realizzate a imma- gine e somiglianza di soldati turchi, cavalieri musulmani vestiti e dipinti con fogge tipicamente orientali, che rivivono ancora oggi nel nome e nelle caratteristiche di quintane e bersagli come quello della giostra al Saracino di Arezzo. Comune denominatore sia dei tornei che delle giostre, nella variante all’incontro e in quella contro un bersaglio, è il cavallo e la corsa, intesa come l’assalto contro l’oggetto da colpire, nella quale il cavaliere, progredendo con impeto, nel correre armato, “s’aggiusta”, come riferisce il seicentesco Compen- dio dell’heroica arte di Cavalleria del Massari. Anche Dante Alighieri nella cantica dell’Inferno fa un interessante passag- gio riferendosi alle corse: Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra, quando con trombe e quando con campane . Strumenti di gara, armature e cerimoniali delle corse, dal XII al XVII secolo, subiscono una lenta ma inarrestabile evoluzione passando dalla totale corrispondenza con l’arte della guerra ad espressione puramente simbolica e rituale il cui carattere non cruento, a partire dal Cinquecento, ne esalta i contenu- ti spettacolari. Gia dal Duecento, durante numerose giostre, le regole prevedono l’utilizzo di armi “cortesi”, con spade e lance spuntate e con le punte fasciate, talvolta ricoperte di appositi supporti. Nell’ambito della cavalleria, altre importanti novità si registrano a partire dal XIV secolo, nel momento in cui i cavalieri delle grandi compagnie di ventura, ed in parti- colare quelle dei mercenari, sia di area europea, sia prove- nienti dalle regioni del nord Europa e delle regioni balcaniche, introdussero nuovi modi di giostrare e nuovi tipi di armi ed armature. In particolare si osservano accorgimenti relativi alla tecnica e allo stile nell’arte della guerra, utilizzati sino alla sco- perta dell’arma da fuoco nel XV secolo, sia con l’introduzione di nuovi accorgimenti nell’armamento difensivo, volto alla sal- vaguardia della zona toracico-dorsale, e l’aggiunta nel cimie- ro di elementi deiniti archeologico-antichizzanti, veri richiami 42

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