Il Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista di Oristano

nazioni reali. Giostre e tornei erano momenti di festa, offerta come spettacolo, dove i partecipanti mettevano in mostra le proprie doti equestri, considerando che tutti, sin da giovani, erano istruiti nell’arte della cavalleria e che sistematicamente, erano dediti alle prove di addestramento e di preparazione, che avvenivano attraverso l’insegnamento e la pratica degli esercizi di coordinazione oculo-manuale nel tentativo di co- gliere o colpire un bersaglio, a piedi, ma soprattutto di corsa a cavallo. Sia nelle prove quotidiane, sia nelle occasioni delle giostre appositamente organizzate, venivano quindi inscenati degli scontri, delle battaglie simulate o meglio, “rituali”. Nei due verbi latini juxtare , avvicinare o accostarsi, e torneare , girare intorno, possiamo individuare l’origine e le differenze di signiicato, dei termini giostra e torneo. La prima indica in par- ticolare le corse “all’incontro” dove due cavalieri, avvicinan- dosi l’un l’altro di corsa, si scontrano nel tentativo di colpirsi e quindi disarcionarsi, o impegnati nel cogliere o colpire un oggetto; diversamente, i tornei, prevedevano la partecipazio- ne di gruppi di cavalieri, talvolta in formazione di squadriglie, che davano vita, attraverso composizioni coreograiche, a si- mulazioni di battaglie. Entrambe le due espressioni dell’arte dell’andare a cavallo, che mostrano aspetti sia di competizione agonistica sia di occasione di spettacolo, presentano caratteristiche comuni: la scelta di un campo dove svolgere l’esibizione, la prepara- zione degli arredi e dell’apparato scenograico necessari allo svolgimento della gara, la deinizione di regole speciiche va- levoli per ciascun determinato incontro, compresa la regola- mentazione delle caratteristiche dell’abbigliamento che ogni partecipante doveva rispettare, la nomina di un “maestro di campo” che facesse rispettare tutte le regole e la distinzione, dei partecipanti alla giostra, tra sidanti o mantenitori e accet- tanti la sida o venturieri. Le giostre potevano essere di vario genere: all’incontro, all’a- nello, al Saracino o al Moro e alla quintana e prevedevano scontri diretti tra cavalieri o tentativi, da parte di essi, di co- gliere o colpire bersagli, muniti di spade, stocchi, asce, maz- ze, pugnali. La giornata di spettacolo della gara equestre era general- mente anticipata dalla comunicazione dell’evento che, pro- clamato con la lettura di un bando da un araldo per conto di chi lanciava la sida, fungeva da invito rivolto sia ai possibili sidanti, sia al pubblico che accorreva sempre numeroso. Nel villaggio scelto per l’organizzazione della corsa e presso le comunità dei centri abitati limitroi, un banditore, a cavallo, rendeva pubblica la sida. Re e principi in prima persona, tal- 38

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