Il Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista di Oristano

L’atto veniva suggellato, così come avviene ancora oggi ma con un cerimoniale molto più ricco, con la consegna di un cero benedetto il giorno della Candelora, ovvero nel giorno in cui la corporazione era impegnata a consegnare per tradizio- ne, così come le altre confraternite ed associazioni religiose cittadine, la candela benedetta presso le abitazioni dei soci indigenti, delle vedove dei soci defunti e presso le abitazioni di tutti coloro che erano particolarmente vicini al gremio. Di conseguenza, il 2 di febbraio, giorno della Candelora, il gre- mio, scegliendo il cavaliere che di li a qualche giorno avrebbe guidato la corsa della domenica, stabiliva con lui un rappor- to particolare, sancito con la consegna del cero benedetto e con l’invocazione al santo patrono della corporazione Santu Giuanni t’aggiudidi . Tale cerimoniale di investitura, unitamente alla prassi consolidata e documentata nei rendiconti del gre- mio, di sostenere integralmente le spese relative al manteni- mento e alla custodia e al corredo della bardatura del cavallo, testimonierebbero quindi quanto l’organizzazione, la gestione e la conduzione della Sartiglia fossero per tradizione una pre- rogativa ed un preciso impegno del gremio. Gli unici altri documenti di spesa irmati e presentati dai com- ponidoris si riferiscono alle edizioni della corsa del 1935 e del 1946. A ricoprire il ruolo di capo corsa furono rispettiva- mente Antonio Pulisci e di nuovo Eisio Carta. A corredare i documenti di spesa relativi l’organizzazione della corsa sono inoltre le numerose pezze giustiicative irmate dagli scudieri, spesso chiamati non solo alla custodia ma anche all’accom- pagnamento e al trasporto del cavallo utilizzato dal capo cor- sa, spesso proveniente da altra località. Riferita ai primi anni del Novecento, così come per gli ultimi anni del secolo precedente, particolarmente interessante è la registrazione della spesa per l’acquisto di maschere. Così come segnalato nelle cronache e, indirettamente, nella docu- mentazione del gremio del XIX secolo, il componidori del gre- mio dei contadini mancava di una maschera in legno in quan- to rotta. Figurano pertanto numerosi acquisti anche per i primi anni del Novecento di “maschere di cera”, acquistate per di- versi anni presso la bottega di Eisio Garau, il padre del noto commediografo oristanese Antonio, che aveva la sua rivendi- ta di mercerie nella via Dritta. Nel 1909 il gremio commissiona una maschera di legno al falegname Emilio Cherchi, pagando il lavoro 15 Lire. Probabilmente anche questa maschera dopo qualche anno andò in rovina in quanto nei rendiconti del 1920 – 1921 igura nuovamente l’acquisto di una maschera di cera presso la bottega del negoziante Eisio Garau, acquisto re- gistrato anche nell’annata 1930. Per la realizzazione di una 102

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