Aristana - Culture e architetture del Mediterraneo
137 Gli interventi miravano a rimediare ai gravi danni causati anni prima dal fulmine, a «boni- ficare demolendo i muri abusivamente costruiti» in passato, e a «rifare la tettoia antica dei locali retrostanti l’abside». I lavori di risanamento, progettati dal Geom. Giovanni Frau, furono affidati alla Coopera- tiva La Collinese di Collinas, con la supervisione dell’Arch. Dante Casti, Ispettore Onorario per la Tutela e Conservazione dei Monumenti. Le azioni di ripristino avrebbero dovuto riguardare le coperture, il prospetto posteriore, gli intonaci e tutte le parti deteriorate o deturpate in occasione delle operazioni condotte sul monumento nei decenni precedenti. Dalla relazione del Casti si apprende, infatti, che nel corso del Novecento la parrocchia aveva già subito diversi ‘restauri’. Quello del 1907, in particolare, venne giudicato non «in armonia con la costruzione». Le lastre in arenaria della pavimentazione, infatti, sarebbero state sostituite da lastroni di marmo senza la predisposizione di un adeguato vespaio e «senza tener conto delle eventuali tracce che avrebbero potuto fornire indicazioni di fondamenta di antichi edifici». La precedente pavimentazione in losas sarebbe stata realizzata nel 1637 «allo scopo di dare degna sepoltura» a diversi defunti, «compresa la salma del rettore Casula già tumu- lato nella chiesa». Nel 1964 sarebbero stati «deturpati gli archi gotici della navata laterale» e vennero «de- molite le tre cappelle adiacenti all’abside mettendo in serio pericolo la stabilità» dell’e- dificio. La disinvoltura mostrata dai ‘restauratori’ nel riutilizzo del materiale già apparte- nuto alla chiesa è ben esemplificata dal reimpiego dei conci appartenuti agli altari delle cappelle laterali nel «basamento di una croce posta sulla strada che conduce a Collinas». Nella sua relazione, il Casti riferì che «nella chiesa risultano sepolti Bartolomeo Foxi [par- L’INGEGNERE SAVOIARDO FRANCESCO MARÉCHAL E LA COSTRUZIONE DELLA STRADA REALE
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