NOSTRA SIGNORA DEL RIMEDIO DI ORISTANO - Storia, fede e devozione
- 5 - PREFAZIONE DELL'ARCIVESCOVO DI ORISTANO Le solenni celebrazioni che fanno memoria del 70° dell’incoronazione del vene- rato simulacro di Nostra Signora del Rimedio, patrona dell’Arcidiocesi Arborense, sono una speciale occasione per dare sostanza alla riflessione teologica, storica e iconografica sulla venerazione che, da tanti secoli, circonda la Madre del Signore, in- vocata dal nostro popolo Madonna del Rimedio, e che si concretizza nel flusso inin- terrotto dei fedeli che costantemente accorrono alla nostra Basilica. Siamo eredi di un cammino di fede di secoli, che ha spinto i passi di tanti uomini e donne che in Maria, Madre del Signore, hanno trovato e trovano un cuore dispo- nibile all’ascolto attento e a cui portare le fatiche della quotidianità, le ferite e le preoccupazioni, i dolori fisici e spirituali. A noi oggi viene chiesto di rinnovare la fiducia in Maria e darle il giusto ruolo nella storia della salvezza. Il concilio Vaticano II, nel capitolo VIII della Lumen Gentium , ha approfondito la figura di Maria quale parte costitutiva dell’azione salvifica del Redentore, evidenziando il Suo ruolo singo- lare, nella missione della Chiesa. In tal modo ha inteso favorire una devozione ma- riana, non superficiale e sentimentalistica, ma orientata ad assumere le stesse virtù di Maria: l’ascolto della Parola e la fiducia nel Signore. San Paolo VI nell’Esortazione Apostolica Marialis Cultus , ci ha insegnato che la pietà mariana non dovrebbe mai essere considerata come un qualcosa di chiuso e di isolato, rispetto ad altre forme di preghiera. Essa mantiene un dialogo che, da una parte si rivolge a Dio e, dall’altra, all’uomo traendo da Cristo, dallo Spirito Santo e dal Padre, la sua origine. Infine, San Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Redemptoris Mater ci invita a una più profonda consapevolezza del ruolo di Maria, nel mistero della Redenzione, mostrando l’intimo legame del culto mariano con l’autentica vita di fede. È necessario, dunque, fare memoria del passato, penetrarne le pieghe storiche e iconografiche ed esplorare le radici di una devozione antica, per potersi nuovamente mettere in cammino, come pellegrini, a cui la Madre del Signore rivolge, ancora una volta, le parole risuonate alle nozze di Cana, in riferimento a Suo Figlio: Qualsiasi cosa vi dirà fatela (Gv 2,5), offrendo al tempo stesso protezione e riparo a noi, suoi figli e sue figlie, mentre La invochiamo Remediu pro dogni male . + Roberto Carboni Arcivescovo Metropolita di Oristano e Vescovo di Ales-Terralba
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=