NOSTRA SIGNORA DEL RIMEDIO DI ORISTANO - Storia, fede e devozione

-  120  - Conclusosi il Pontificale, le Autorità civili, religiose e politiche hanno di nuovo ac- compagnato Sua Eminenza in Arcivescovado mentre lungo il tragitto si rinnovano le manifestazioni di gioia e entusiasmo. Il Rito dell’Incoronazione Ai piedi della Torre di Mariano II che con la sua mole massiccia domina la prospi- cente piazza Roma, era stato eretto il palco che avrebbe servito da trono trionfale per incoronare Maria Regina. Il palco, dovuto al gusto e alla delicatezza artistica della ditta Giurini di Cagliari, che aveva anche curato gli addobbi e gli impianti di illuminazione, era già assiepato tutto intorno nei punti di maggior visuale quando alle 18 il corteo liturgico muove dalla Cattedrale. Il Cardinale Tedeschini segue il carro su cui è fissato il Simulacro, mentre il cor- teo lo precede. Due paggi sostengono su cuscini di raso bianco le artistiche e preziose corone, finissimo lavoro di cesello della Ditta costruttrice delle porte in bronzo del Duomo di Milano. La processione percorre piazza Cattedrale, via Vittorio Emanuele, via Crispi, piazza Eleonora, corso Umberto e sfocia in piazza Roma, stipatissima di folla a perdita d’oc- chio. Giunti nella piazza Roma, le autorità e gli Ecc.mi Vescovi, occupano i posti loro ri- servati mentre l’Arcivescovo depone il pastorale, la mitra, il piviale che vengono indos- sati dal Cardinale che si appresta a compiere il sacro rito. Dopo la lettura del Decreto del Capitolo Vaticano che autorizza l’incoronazione e il giuramento prestato dal Rettore del Santuario Mons. Felice Mastino, con cui si impe- gna a custodire con ogni cura le Corone avute in consegna, il Cardinale pronunzia un commosso e vibrante discorso. Amatissimo popolo di Oristano e di Sardegna. Giammai il mio cuore passò giornate di maggior emozione. Immagino la incorona- zione nel Cielo: quale gioia degli Angeli! Quegli Angeli che avevano combattuto, quegli Angeli che avevano visto la Donna che un giorno avrebbe schiacciato il capo del serpente, quegli Angeli che vedevano questa Donna diventare la Regina del Cielo. Quale festa! Ma quella la immagino. Un’altra ne ho vista ed è la vostra: la vostra festa di gratitu- dine alla Madonna Santissima. Avete percorso le strade di Oristano accompagnando la Madonna ed io la Madonna ho accompagnato a mia volta. Essa precedeva e io benedicevo, ma il mio braccio era mosso dalla Madonna Santissima. Ho percorso anch’io le vostre strade ed ho visto le vo- stre scritte, ho udito i vostri gosos con la lingua tanto affine a quella di una grande Nazio- ne: Alcanzadenos, Segnore, remedios e favores. Ho visto come è stata lodata la bellezza di Maria: Tota pulchra es, Maria. Solo San Giovanni poteva descriverla e voi potete im- maginare dalle parole di Giovanni cosa sia la bellezza della Madonna del Rimedio. Tutta vestita di sole, la luna sotto i suoi piedi e dodici stelle sul suo capo. Che volete di più degno del Cielo e di più degno di Oristano? Ho percorso queste strade ed ho pregato con voi. Vengo ora a incoronarla. Ora prendo la corona e su quelle tempie la pongo. Ed io sono orgoglioso per due motivi: orgoglioso

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