Il Codice di Lucano
- 37 - codice della Pharsalia potrebbe essere giunto ad Oristano, sullo scorcio del se- colo XIII, contestualmente all’invio dei codici liturgici attraverso il canale fran- cescano, non è facile dire con quale precisa destinazione 21 . È un fatto tuttavia che il poema lucaneo è uno dei testi più letti, commentati e moralizzati durante tutto il Medioevo 22 : non stupirebbe quindi un’eventuale predilezione accordata in particolare a questo autore in un contesto di tipo religioso, e segnatamente conventuale, come non inverosimile sarebbe l’ipotesi per cui il libro sia diretta- mente riferibile all’ambiente della corte, e forse della stessa famiglia giudicale. A sostegno di quest’ultima congettura, non sarà forse inutile osservare che la Farsaglia di Lucano appare come fonte autorale qualificante di primario rilievo nel contesto di quella peculiare tipologia di trattati che nel Medioevo erano spe- cificamente destinati alla formazione di chi aveva responsabilità amministrati- ve e di governo (i cosiddetti specula principum ), a partire almeno dal Polycrati- cus sive de nugis curialium et vestigiis philosophorum di Giovanni di Salisbury 23 . 21 Già G. I. Floris ipotizzava che l’origine del codice « non sia stata diversa da quella degli artistici codici corali dei sec. XIV, XV, XVI, custoditi gelosamente nell’Archivio del Capitolo della Cattedrale della stessa Oristano, i quali, secondo il Pisani, che per primo li studiò, non furono trascritti in Sardegna da mano sarda, ma vi furono portati o scritti qui per mano di qualche monaco venuto da qualche provincia italiana» (Floris, Un manoscritto , cit., p. 55, n. 8). 22 Per la diffusione di Lucano nel Medioevo cfr. la bibliografia citata alla nota 5, in particolare P. Esposito, Gli scolii a Lucano cit., pp. 11-24 (e l’ampia bibliografia ivi citata). 23 Cfr. P. Esposito, Un esempio della ricezione di Lucano nel Medioevo: Giovanni di Salisbury , in A. Setaioli (cur.), Apis Matina. Studi in onore di Carlo Santini , Trieste, 2016, pp. 251-263.
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