Il Codice di Lucano

-  32  - A partire dal libro V (c. 47r) e fino al termine del manoscritto, il testo del poema e quello delle Adnotationes presentano iniziali filigranate rifesse in rosso e az- zurro, costruite c n specifici motivi ad aghi a grapp li, i cui chicchi sono spesso ornati da un puntino centrale, terminanti con aste piegate ad uncino, secondo una tipologia e un gusto squisitamente pisani 11 . La realizzazione di iniziali filigranate era prevista, sebbene non sia stata attuata, anche per i libri I-IV del poema (col relativo commento), come mostra lo spazio bianco predisposto per la loro esecuzione. Storia del manoscritto 12 : Il primo documento, in ordine di tempo, utile alla ricostruzione della storia del codice 13 è una lettera del sindaco di Oristano Paolo Del Giudice datata al 3 otto- bre 1895 e indirizzata al direttore del Ginnasio cittadino, cui il mittente chiede di adoperarsi presso il «Bibliotecario di Cagliari», ovvero il direttore della bi- blioteca universitaria di Cagliari, sede della soprintendenza bibliografica della Sardegna, affinché questi provveda a restituire all’amministrazione municipale il manoscritto, custodito a Cagliari, ma dichiarato di proprietà del Comune ar- borense. A questa custodia cagliaritana del manoscritto, della cui durata e delle cui cause non si può affermare nulla di certo, sono da ascrivere i timbri della bi- blioteca governativa di cui si è detto nella descrizione codicologica. Con lettera datata al 23 giugno 1896, vergata su carta intestata del Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, il soprintendente generale V. Pampaloni accoglie l’istanza presentata dal direttore del Ginnasio oristanese grazie all’interessamento del giudice istruttore del tribunale di Oristano: nella lettera si dichiara infatti esplicitamente che il manoscritto viene restituito alla Biblioteca Comunale, che ne detiene la proprietà, affinché possa essere messo a disposizione del giudice «che deve servirsene per motivi del suo ufficio». Un documento del sindaco di Oristano datato al 26 giugno attesta la presenza in città del codice, ancora una volta dichiarato parte del patrimonio della Biblio- teca Comunale, nonostante, curiosamente, di esso non esista traccia nei catalo- ghi e negli inventari della medesima Biblioteca 14 . La ragione di questa aporia potrebbe essere, banalmente, il fatto che il codice, a tutti gli effetti parte del patrimonio bibliotecario comunale, fu serbato, in ragione del suo pregio, in un ambiente diverso, non accessibile e sotto chiave. 11  Per cui cfr. F. Cigni, Due nuove acquisizioni all’atelier pisano-genovese: il Régime du corps laurenziano e il canzoniere provenzale P (Gaucelm Faidit) , in «Studi mediolatini e volgari», 59 (2013), pp. 107-125 (e la bibliografia ivi citata). 12  Ringrazio amichevolmente Gigi Piredda che con disponibilità e competenza ha aiutato e indirizzato la mia ricerca sulle vicende più recenti del manoscritto. 13  La documentazione relativa al manoscritto è custodita in due fascicoli, segnati n. 7607 e 7625, presso l’Archivio storico del Comune di Oristano. 14  Cfr. Archivio storico del Comune di Oristano , sez. storica, fasc. 7582, cc. 11-38.

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