Costruttori di Stelle

22 Nel 2010, piuttosto tardi, dopo una carrie- ra come insegnante di musica, musicista professionista e musicoterapeuta, ho in- trapreso un lavoro di creazioni visive di Land art dove ho studiato e realizzato sei installazioni su larga scala. Con questa prima esperienza è nata la ne- cessità di ricercare e sperimentare sola- mente per il piacere del fare, liberato da ogni costrizione (dimensioni, tecniche, materiali, stili, categorie, mode, concetti...). Qualche anno dopo nasce “Scala Celeste” e “Demoiselle dragonne”. Scopro, a posterio- ri, nelle mie macchine arrugginite, conge- late, come dimenticate da un popolo scom- parso, una memoria estetica, forme che mi piacciono che si aggiungono e si rivelano. Il mio approccio artistico assume allora un significato e sembra così far parte di un immaginario poetico e simbolico evoca- tivo del movimento della vita, e della sua impermanenza. L’impermanenza dell’umanità, di tutte le culture e di tutti i popoli che avanzano, si sviluppano e poi lasciano la loro eredità, le loro creazioni, i loro strumenti… Forse le mie creazioni, sculture/meccani- che d’altri tempi, finzioni animate dalla mia immaginazione e dall’immaginazione di tutti, sono in definitiva le forme di una impotente resistenza alla paura del nulla... Tecnicamente, e contrariamente alle ap- parenze, non è un lavoro di montaggio o di recupero ma si tratta di tante creazioni originali che realizzo nel presente, un po’ come i disegni tridimensionali. Sculture di strutture metalliche patinate, montate su Jean-Claude Borowiak 21

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