L’origine è la meta
175 narrativa: le figure umane delimitate da secche e nervose pennellate si muo- vono con ritmo concentrico, alle prese con la suggestiva, cruenta e ingrata fa- tica della mattanza. ” A seguito della mostra cagliaritana, Contini continua la sua partecipazione alle mostre collettive e il 22 maggio dello stesso anno alla Mostra Primo Premio di Pittura Nazionale città di Sassari si di- stingue con l’opera “ Pariglia ” e vince il Primo premio ex-aequo con Libero Me- ledina e Giuseppe Gambino. La “Grande Opera” della Cantina Sociale della Vernaccia di Oristano. Cenni storici sulla cantina La Cantina sociale della Vernaccia di Ori- stano nasce il 28 Giugno 1953 ad opera dell’onorevole Paolo Pili e dell’impren- ditore agricolo Nicola Carta. La società fondata per la produzione dei vini tipici isolani, e in particolare per la produzio- ne di vino-vernaccia, apre così i battenti su un terreno di 17.000 metri quadri in località “ Su Rimediu ”. Lo stabilimento viene concepito secondo un gusto esteti- co di tipo razionalista e funzionale in cui si distinguono tre aree: ricezione del pro- dotto, lavorazione e vendita. Nel gennaio del 1956 il presidente della cantina Nicola Carta su consiglio di Paolo Pili inizia a prendere contatti con Carlo Contini per l’esecuzione di quattro grandi tele da collocare nella sala di lavo- razione aventi come tema “La vendem- mia” e con professor Urbani per la forni- tura di bronzetti nuragici in ceramica. Oltre alle tele che da quattro poi pas- seranno a cinque, Carlo Contini realizza un bozzetto per le etichette da apporre sulle bottiglie della vernaccia che raffi- gura l’effigie di Eleonora D’Arborea e il bronzetto nuragico offerente barbuto. Contini lavora per diversi mesi in uno stabile sito nei pressi di Piazza Roma a Oristano e lì tiene arrotolate le sue gran- di tele che svolge e visiona di continuo anche con un binocolo, usato al contrario per vedere l’effetto dei quadri a distan- za in quanto tutti insieme raggiungono i venti metri circa di lunghezza e devono essere sistemati ad un’altezza di circa sei. Aiutato da una serie di disegni e studi preparatori, analizza figure, colori e spe- rimenta il risultato d’insieme tenendo sempre presente lo spazio in cui le opere dovranno essere esposte. Entro il 1956 l’intera opera viene collo- cata nella parete centrale della sala di la- vorazione. Nelle prime due tele destinate a temi classici delle civiltà fenicio-punico-ro- mano della città di Tharros, Contini rap- presenta la vita e il lavoro con tutto lo splendore commerciale; la tela centrale rappresenta la leggenda di Santa Giu- stina che per registro stilistico rimanda all’affresco di Villaurbana. Nei due teleri successivi vengono raf- figurati altri due momenti storici per celebrare il pregiato vino da dessert. La quarta tela raffigura il momento della ci- tazione delle vigne nella Carta de Logu e la quinta l’esportazione della Vernaccia in epoca spagnola. Tanti sono i personaggi illustri e i po- polani riconoscibili e lo stesso Contini si ritrae ed è ben visibile all’estrema sini- stra della quarta tela, di profilo, nei pan- ni di un modesto contadino.
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