L’origine è la meta
174 Contini con esigenze costruttive e liriche. In primo piano, il contadino a capo chi- no, rappresentato con gli attrezzi da la- voro, accetta con religiosa rassegnazione il proprio destino di fatica. Forza e vio- lenza del colore testimoniano in Conti- ni l’urgenza rinnovatrice del linguaggio espressionistico. E così nell’opera raffi- gurante un Pescatore di Cabras la scelta del soggetto lascia spazio a originali so- luzioni tecniche. Infatti Contini ricorre a una semplificazione cromatica e segnica con ampie stesure di colore nettamente campite. Lo sfondo è solo evocato dalla sintesi cromatica e dalle scansioni ritmi- che del gesto pittorico, mentre il viluppo di pesciolini verdi sono ridotti a forme di colore “cubisteggianti”. Il 1957 è l’anno in cui, a seguito dell’e- sposizione della Prima Biennale d’Arte di Nuoro, la giuria nazionale composta da Marco Valsecchi, Elena Baggio e Ma- rio Delitala assegna il Premio Sardegna all’artista sassarese Mauro Manca per l’opera “ L’ombra del mare sulla collina ”, dal titolo di vocazione surrealista, ma di contenuto astratto. Il dipinto “ Cantiere di lavoro ”, espo- sto da Contini per l’occasione, raffigura lo sforzo collettivo di un gruppo di operai in- quadrati entro un reticolo geometrico fitto ed elaborato: costruiscono la “rinascita”. L’esito della premiazione apre nell’i- sola un dibattito accompagnato da una lunga polemica tra i sostenitori dell’arte figurativa e i difensori dell’astrattismo. In questa circostanza Carlo Contini assu- me una posizione in difesa del realismo con un intervento pubblicato sulla rivi- sta “ Rinascita sarda ” il 15 ottobre 1957 dove espone la sua opinione. Sostiene le ragioni della tradizione e critica il giu- dizio finale della giuria che si è basato quasi esclusivamente sull’esaltazione dell’astrattismo considerato come l’uni- ca espressione maggiormente affermata- si in questi ultimi tempi e unica degna di essere premiata. Come Contini anche Libero Meledina e Vincenzo Manca, entrambi intervenu- ti al dibattito, sostengono l’inattualità dell’astrattismo e scelgono soluzioni e mezzi espressivi moderni; si muovono in varie direzioni verso l’espressionismo, il cubismo e il neorealismo. In questi anni la critica isolana nazio- nale ed estera si interessa vivamente alla sua opera. La rivista belga “Journal de voyages” in un intervento di Clara Van- derbeke gli dedica uno spazio intitolato “Peinture moderne: oeuvre di grand’ ar- tiste, Carlo Contini” e per lo stesso nu- mero gli viene affidato il compito di crea- re la copertina raffigurante un’immagine simbolica della Sardegna. Nel frattempo Contini inizia a medita- re su certe forme informali e concettuali a dimostrazione della sua continua vo- glia di sperimentare; anche se è consape- vole di quanto le correnti d’avanguardia estremiste abbiano aggiornato e contri- buito a riformare l’arte dei sardi capisce bene i limiti che impone la cultura locale. Nella primavera del 1959 partecipa alla Prima mostra regionale delle arti figura- tive di Cagliari, organizzata dal Liceo Ar- tistico, nella basilica di San Saturnino ed espone due opere: Natura morta e Pesca del tonno . In occasione della mostra, Francesco Masala scrive sull’Unione sarda l’arti- colo: La generazione di mezzo, sotto il segno della rivoluzione e cita il nome di Contini tra quelli degni di nota: “ La sua Pesca del tonno è una composizione ca- rica di vigoroso potenziale di energia
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