L’origine è la meta
172 Anche gli studi aventi come soggetto i Confratelli mostrano la velocità e la sicu- rezza con cui l’artista concepisce le figure costruite con colori intensi e pennellate pastose ed estese. Nell’autunno del 1945, gli artisti sardi si organizzano nella Prima Libera Esposi- zione Regionale d’Arte allestita a Cagliari nella Galleria Comunale a cui egli parteci- pa con le opere Sagra di Cristo e Masche- re , Carnevale a Oristano che presentano chiaramente una unità di stile e rivelano una nuova e aggiornata sensibilità verso un’espressione realistica ed espressioni- stica. Di questo periodo sono ricorrenti i temi consueti del folclore ai quali Contini aggiunge quelli riguardanti il fatto socia- le, il lavoro e la vita popolare. Tra gli artisti partecipanti ci sono Felice Melis Marini che è anche presidente del- la giuria, Giuseppe Biasi, Tarquinio Sini, Giovan Battista Rossino, Vincenzo Man- ca, Libero Meledina, Dino Fantini, Euge- nio Tavolara e Gavino Tilocca. Tra il 1946 e il 1948 si presenta al pub- blico isolano e oristanese con due mostre personali confortate da un notevole suc- cesso. Nel 1948 si cimenta nuovamente come “affrescante” nella chiesetta locale di Vil- laurbana con un lavoro dedicato al Ritro- vamento della statua di Santa Marghe- rita . L’opera, carica di effetti suggestivi, è immersa in una magica atmosfera so- gnante, felicemente decorata dalla flora esuberante della campagna campidanese. Spesso itinerante durante tutto l’anno, Contini si reca anche a Venezia per ritrar- re piazze e canali. Nel febbraio del 1949 espone quaran- taquattro opere a Cagliari nella Galleria Ortu Ravot ed è con questa mostra per- sonale che conquista ampiamente pub- blico e critica. Così conclude l’intervista su “ Il Quotidia- no sardo ”. “ Sono esigente con me stesso più che con gli altri. Ho speso la mia vita a studiare in una ricerca sfibrante e con- tinua…ho anch’io la mia parola da dire e la dirò” . Pittore sociale e religioso, osservatore acuto dell’arte sarda egli guarda con in- teresse all’arte sacra dei maestri antichi e moderni. Predilige gli artisti spagnoli quali Goya, Velasquez ed El Greco; i fiam- minghi Van Eyck e Rembrandt; il tedesco Durer; gli italiani Tiziano e Tintoretto, ma soprattutto il francese Rouault di cui apprezza la vigoria di colore, purezza di forme e sentimento e, infine, Kokoschka, Guttuso, Maccari e Scipione. A luglio sposa Dorotea Guarducci, in- segnante elementare e ad agosto parte- cipa alla mostra organizzata dal Comune di Venezia d’intesa con la presidenza del- la Regione sarda. Contini si propone con quattro dipin- ti e uno di questi intitolato “ Confratello verde ” ritrae una figura scarna e marca- ta. Per l’occasione così viene definito da Elio Zorzi: “ Pittore e incisore di polso espressionista gagliardo che par deri- vato da Ensor e da Guido Perocco... tra i migliori artisti presenti alla mostra è Carlo Contini di un impressionismo sgargiante e multicolore composto ed equilibrato. Ci auguriamo di cuore di rivedere Contini in una prossima bien- nale ”. E Nicola Valle scrive “ Ritengo che il ritratto d’uomo in tunica e cappello della confraternita sia uno dei pezzi che meglio rivelano i progressi di questo che indubbiamente dev’essere considerato uno dei pittori nostri più dotati e desti- nati a conseguire sempre più luminose conquiste”.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=