L’origine è la meta

168 a una ieraticità che li vede in armonia col ruolo sacro interpretato nelle processio- ni (in particolare De Su Jesus e i riti della Pasqua ) e nei funerali. Contini è sempre aggiornato sulle novità artistiche a lui con- temporanee, partecipa a importanti ini- ziative d’arte e di cultura e cerca un modo soddisfacente per guadagnarsi da vivere. La nascita della scuola d’arte applica- ta del 1925 è la prima vera scuola pub- blica in Sardegna dal profilo didattico e pedagogico veramente moderno. Diretta dallo scultore Francesco Ciusa, la scuola impegna noti artisti isolani, come Car- melo Floris e Giovanni Ciusa Romagna, artigiani e ceramisti locali, e permette al giovane artista ventiquattrenne di essere assunto come coadiutore del pittore Ciu- sa Romagna per l’insegnamento di Dise- gno e Storia dell’arte. È del 1927 la sua prima grande tela di tema religioso intitolata La processione rossa con “Ziu Loi Loi”, il banditore . Ri- tuale in cui un ruolo importante viene svolto dai membri in abiti rossi della Ar- ciconfraternita de “ Su nomine ‘e Jesus ”, il nome di Gesù. Contini in quest’opera non altera nulla, evidenzia semmai, con vivo realismo e il guizzo della cronaca, le masse intense di colore rosso che assumono una precisa e calcolata funzione di contrasto con i colori bianchi e neri. Gli abiti, mossi dalla pennellata ampia e lineare, sono mo- dellati con una sintesi vicina ai modi della Secessione. Il 1929 è un anno importante per l’arti- sta in quanto si presenta per la prima vol- ta al pubblico e alla critica isolana con tre opere del suo repertorio in occasione del- la mostra di Cagliari “ Primavera sarda” dove Contini viene premiato con gran me- daglia e diploma di benemerenza; quando però la scuola d’arte Applicata per cui la- vora viene chiusa nel maggio dello stesso anno, Contini riprende i suoi soggiorni a Venezia che si fanno più fitti dal 1930 al 1933 ed espone nella città lagunare nuo- vi lavori in una mostra personale. Dopo questa mostra decide di stabilirsi defini- tivamente a Oristano. Il critico Amerigo Imeroni nella rivista “ Mediterranea ” a giugno del 1929 scrive: Giovanissimo...ci rallegra subito come la scoperta di un promettente artista na- to... -e ancora-“... È una nuova voce per il bel canto di Sardegna” . L’esperienza veneziana e la formazione accademica di Roma assumono un’impor- tanza notevole nell’evoluzione stilistica del pittore oristanese che ritrae personaggi e paesaggi della sua terra. Inoltre la mostra d’arte di Cagliari è un’occasione rilevante per la formazione di Carlo Contini in quan- to “ Mai si è vista una più completa comu- nione di spiriti e di intenti da letterati, giornalisti, pittori, scultori, artigiani, ar- tisti di ogni arte, di ogni scuola- irritabile genus- tra grandi e piccoli, fra affermati è giovanissimo fra illustri e oscuri ”. (cit. da L’Unione sarda, 30 aprile 1929) Le opere degli anni Trenta e il sodalizio con Giuseppe Biasi a Cabras Ristabilitosi definitivamente a Oristano dove insegna già dal 1933 in istituti privati e in seminario, Contini lavora in un picco- lo atelier, sito nei pressi del Convento di Santa Chiara. A partire dagli anni Trenta dunque il bagaglio artistico di Carlo Contini si arric- chisce di nuove soluzioni che confermano la tendenza realistica, accentuata da un linguaggio ricercato e molteplice.

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