L’origine è la meta
167 Note storiche e biografiche Raffaella Piras Gli anni iniziali Nato il 13 novembre 1903, Carlo Con- tini è il terzogenito di nove figli, sette fratelli e due sorelle. Vive a Oristano con i genitori Giuseppe, parrucchiere, e Mad- dalena Pisanu. Cresciuto secondo valori borghesi e il senso del dovere e dell’one- stà, fin da piccolo Carlo ama disegnare di- mostrando una naturale predisposizione per la pittura. Adolescente frequenta la Scuola Tecnica Superiore della sua città e il 7 marzo 1919 dopo essersi diplomato, vorrebbe dedicarsi agli studi artistici (Fondo Liceo-Ginnasio dell’Archivio di Stato). L’occasione non tarda ad arriva- re in quanto nel 1920 vince una borsa di studio indetta dal Comune di Oristano e si trasferisce a Roma per iscriversi all’Ac- cademia di belle Arti. Giovanissimo fre- quenta gli artisti locali e nel 1921, appena diciottenne, esordisce alla I esposizione della Biennale Romana. In questi anni apprende la tecnica del disegno, del chia- roscuro e dell’affresco; perfeziona la sua preparazione artistica attraverso lo stu- dio e le diverse attività svolte in ambito accademico. Studia in modo particolare i grandi maestri della storia dell’arte, dal Cinquecento all’Ottocento, indirizzandosi verso le correnti romantiche e realiste. È nelle prime opere degli anni Venti che incominciano a definirsi alcuni dei generi della sua produzione: il ritratto, il paesaggio, la natura morta. La solidi- tà d’impianto dell’immagine e l’energia costruttiva della sua pennellata sono già visibili in alcuni ritratti e disegni del fra- tellino Antonio a cui l’artista è molto af- fezionato. In essi la preparazione accade- mica e prevalenti caratteri seicenteschi e romantici sono ben evidenti. Non man- cano anche opere in cui la figura umana è costruita con tocchi di colore steso con pennellate dense e veloci che accompa- gnano l’impostazione accademica legata all’idea di elaborazione psicologica del personaggio. Dipinge e disegna spesso paesaggi en plein air per fissare nelle sue tele tratti di macchia mediterranea e scor- ci urbani di Oristano e dintorni. L’uso del colore è tale da costruire la forma e dare forza ai volumi. Dagli anni iniziali si evince, dunque, che Contini trae spunti e tematiche del suo repertorio figurativo da esperienze tutte locali. Nonostante frequenti l’Accademia di Roma fino al 1924 e nel 1925 (presu- mibilmente dopo aver concluso il servizio militare come aviere) si trasferisca a Vene- zia, artista com’è, di formazione e cultura sarda, subisce influssi e suggestioni ugua- li a quelle di molti suoi conterranei della prima metà del Novecento lasciandosi però conquistare dai vedutisti veneti del Settecento. Tali sono le influenze tonali presenti in diverse opere che ritraggono la città lagunare, ma anche in dipinti aven- ti come soggetto la natura, gli uomini e le donne della Sardegna. A Venezia ci ritor- nerà spesso in più occasioni (anche perché viene ampiamente apprezzato dalla critica veneziana e nazionale) rimanendoci fino ad almeno il 1933, cioè otto anni interval- lati da frequenti rientri a Oristano. A partire dalla seconda metà degli anni Venti e per tutta la sua carriera artistica le scene folcloristiche, le processioni religio- se, tipi e costumi della provincia di Orista- no assumono un ruolo significativo. Ritrae figure capaci di vivo realismo, sensibilità e profonda devozione, tutti tratti che confer- mano ancora una volta una sincera ed esi- bita religiosità culminante con i Confratel- li rossi , opera che esprime la rude umanità sofferente del faticoso quotidiano, unita
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