La Sartiglia
20 È l’alba e la città è già sveglia. Si guarda il cielo, ma le nuvole non fanno paura. Piova o meno, i cavalieri correranno: così vuole un ordine antico. L’hanno detto anche ai bambini, a quelli dei Gremi soprattutto. E a tutti gli altri. Lo stupore appartiene a loro, prima ancora che ai turisti. Ai piccoli che seguono i preparativi con gli occhi attenti e la bocca aperta, che guardano i cavalli bardati, la gamma infinita di maschere, la sequenza di riti che forse non capiscono ma che intuiscono sacri e indelebili. È così ogni anno e in quella attenzione c’è il sogno di far parte, da grandi, della giostra. Di esserne protagonisti. Agli altri, agli adulti, spettano l’abilità, l’esperienza, gesti conosciuti, il senso del prestigio, tensioni palpabili. La forza che dà un cerimoniale perfetto. Sacro, appunto, pur nelle note di festa. Perché è Carnevale. Oggi, cioè domenica, e poi martedì, ci sarà la vestizione de su Componidori. Ci saranno i cortei, le galoppate, le pariglie, i banchetti. E i colori della Sartiglia, una fantasia che attraversa il tempo. E lo ferma, in due momenti speculari. Come sempre, sicuramente dal 1546. Forse anche prima. Queste giornate hanno un ritmo inconfondibile. E un loro rumore, che le riempie dal mattino alla sera. Tamburi e trombe non conoscono pause, scandiscono ogni momento. Il suono annuncia, sottolinea, esalta. I trombettieri e i tamburini, con i “bavagli” neri o chiari, con le maschere, sono un pacifico e assordante esercito in marcia. E ogni squillo è la fascia sonora dei misteri che avvolgono la Sartiglia, dei passi previsti, dei momenti culminanti, di movenze che hanno significati remoti e presenti. Oggi quel rumore comincia subito, per accompagnare su Componidori fino alla casa del presidente del Gremio. Chi è? Il prescelto, già designato il 2 febbraio, giorno della Candelora. Le cronache tramandano molti nomi, soprattutto nelle epoche recenti, non i motivi della “nomina”. Le madri raccontano ai piccoli che una volta tutto avveniva con grande riservatezza. Il presidente del Gremio si recava quasi furtivamente nella casa del cavaliere invitato a guidare la corsa. Era una cerimonia densa di intimità, un’investitura gelosamente custodita. Ora qualcosa è cambiato, ma resta ancora l’invito formale, la formula della richiesta de “su prexeri”. È un favore reciproco, ovviamente. E per il prescelto è più che un onore. Per la comunità è ancora di più. E tutto, nel giorno della Candelora, è stato suggellato con la consegna di una candela benedetta. Se si parla con i rappresentati dei Gremi si capisce che queste prime fasi sono forse le più sentite. È in questo momento che le antiche corporazioni esprimono l’esclusiva del rito. E allo stesso tempo la nascita, ogni anno rinnovata, di una comunione con la divinità. Ora su Componidori attende la vestizione. Non c’è una grande folla, non tutti possono partecipare, è una cerimonia più raccolta e intensa. Sono la tradizione pagana e quella cristiana riassunte in pochi, profondi gesti. L’anima di una città, la sua storia, un futuro immediato che la Sartiglia simbolicamente anticipa con presagi di benessere.
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