La Sartiglia

14 Ad Oristano Carnevale significa Sartiglia, ma la Sartiglia non è certo solo Carnevale. L’antica tradizione equestre della giostra all’anello e delle corse a pariglia, nota anche ai sovrani dei regni giudicali e documentata nella Città Regia di Oristano sin dal 1547, nel corso dei secoli ha segnato i più importanti momenti di festa nel capoluogo arborense. Anche in Sardegna, come nel Vecchio Continente, giostre, tornei e caroselli, nei secoli del Rinascimento e dell’età Barocca, hanno celebrato i principali eventi di carattere civile e religioso. Le nascite e i matrimoni dei principi, così come le ricorrenze in onore dei santi patroni delle città, sono stati le occasioni di festa in cui l’antica nobiltà e l’emergente borghesia, rappresentata nelle corporazioni, si è cimentata nelle disfide a cavallo, giochi equestri in cui i “mantenitori” si confrontavano con gli sfidanti, dando vita a spettacoli ai quali il pubblico partecipava numeroso. Nell’Isola, dall’età spagnola sino all’epoca sabauda, i rinvenimenti dei corpi santi e le celebrazioni dei matrimoni reali hanno rappresentato le principali solennità, festeggiate dalle autorità civiche con l’organizzazione di eleganti cerimoniali equestri e mascherate. Nel corso del XVIII secolo i gremi, le antiche corporazioni religiose di mestiere, documentate nelle città regie sarde sin dal XV secolo, in seguito all’assunzione di un ruolo di primaria importanza nell’economia e nella società del tempo, fanno registrare la loro presenza tra gli attori protagonisti, a cavallo. Nei documenti si specifica che a guidare le corse erano le stesse autorità dei gremi, ovvero los majorales. Questa novità archivistica, recentemente scoperta, ha rappresentato un tassello importante nella storia degli studi e dell’interpretazione del ricco cerimoniale della Sartiglia di oggi, chiarendo infatti l’attuale inscindibile rapporto tra i gremi e la giostra oristanese. Ecco quindi spiegato il momento solenne dell’investitura dei Componidoris nella giornata della Candelora. Infatti, la consegna di un cero benedetto segna l’investitura ufficiale del cavaliere che rappresenterà l’autorità e tutto il gremio nella festa equestre. Ecco perché la Sartiglia non è solo Carnevale. Ma è anche Carnevale. La prima attestazione della giostra carnascialesca è del 1807. La tradizione orale così come alcune testimonianze indirette riferiscono della volontà di un canonico del Capitolo Arborense di donare ai gremi un fondo rustico i cui proventi avrebbero dovuto sostenere le spese per la realizzazione della giostra nelle giornate del Carnevale. Una tradizione vivente che grazie ai gremi si è perpetuata e che ha saputo adattarsi al corso della storia, mutando e conservando il suo antico cerimoniale, il suo spazio scenico, i suoi protagonisti e i loro costumi, ma mantenendo sempre viva la fierezza e la passione in tutti coloro che partecipano consapevoli all’elegante spettacolo. Guido Tendas, Presidente Fondazione Sa Sartiglia Onlus Introduzione

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